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Quattro giorni a Marrakech: il nostro itinerario

Marrakech è una città meravigliosa, dai mille colori. Chiassosa nel traffico dei suo motorini, degli schiamazzi della gente ma allo stesso tempo piena di fascino grazie ai suoi sempreverdi giardini.
Il caos della medina si contrappone al lusso dei palazzi reali e dei riad nascosti tra le vie della città.
La cosa che ricorderemo maggiormente di questa città? I colori, soprattutto nella sua piazza principale: Jeema el Fna.

Ma andiamo per ordine.

GIORNO UNO


Il tramonto ci da il benvenuto in città. Atterriamo all’aereoporto Menara (a 3 km dal centro di Marrakech) che è uno dei più importanti aeroporti del Marocco.
Nonostante sia un aereoporto molto bello e all’avanguardia, armatevi di tanta pazienza perchè il controllo passaporti vi farà perdere un pò di tempo (noi ci abbiamo messo quasi un’ora).
Piccola curiosità per chi possiede un drone come me: per poter portare in Marocco il vostro “amichetto” volante avrete bisogno di un autorizzazione perchè altrimenti vi verrà confiscato in aereoporto e riconsegnato al momento del ritorno.
Il primo consiglio che vi diamo è quello di accordarvi con il riad dove alloggerete per avere un transfer che vi aspetterà fuori dall’aereoporto cosi da rendere il vostro arrivo ancor più piacevole.

Non verrete accompagnati davanti al riad poichè le stradine che solcano la medina rendono impossibile l’accesso alle auto. Infatti una volta raggiunto un “punto d’incontro“, il transfer consegnerà i vostri bagagli ad un ragazzo (in accordo con il riad) che ve le caricherà su un carretto e ve li trasporterà a piedi fin dentro la vostra struttura (mi raccomando la mancia, sono permalosi).

Non mi soffermerò a descrivere il Riad Adore perchè trovate tutte le informazioni QUI.

Per la cena non abbiamo grandi pretese e decidiamo di sperimentare la cucina marocchina nel vicino “Cafe Arabe”. Ovviamente non potevamo che scegliere due Tajin: è stato amore al primo assaggio!
Il primo impatto con la città si conclude cosi con questa cena romantica che segna l’inizio di questa avventura tutta marocchina.

GIORNO DUE


L’indomani ci svegliamo con un tripudio di profumi. Infatti nel cortire del riad c’è una ricca colazione ad aspettarci: marmellate fatte in casa, pane marocchino caldo, frutta fresca, yogurt e tè marocchino.

Terminata questa deliziosa colazione, ci concediamo un giro veloce nella medina; una passeggiata veloce perchè alle 12 abbiamo appuntamento con un nuovo transfer ma questa volta è del resort “La Pause”: il deserto ci attende!

Carichiamo le valigie e via diretti nel deserto di Agafay. Sono 45 i km che ci dividono da uno dei più bei resort mai visti. Non mi soffermo a parlarne perchè l’ho già fatto QUI.

GIORNO TRE


Le 24h in questo Resort servono letteralmente a staccare la spina. Nemmeno a dirlo, ma anche qui la colazione è qualcosa di meraviglioso!

Non ce ne vorremmo mai andare perchè posti cosi ti entrano nel cuore ma abbiamo una città che ci attende e cosi, assaporato l’ultimo sorso di tè, ritroviamo Amhad ad attenderci fuori al resort.

Tornati in città il primo pensiero è quello di lasciare i bagagli nel Riad42 e poi via all’esplorazione della città. Fortunatamente il riad è centralissimo e questo ci da la possibilità di immergerci nel caos del Souk.

Il Souk è la parte viva di Marrakech, è la zona degli scambi commerciali. Si trova un pò di tutto: dai gioielli alle spezie, dai tappeti alle babucce (scarpa tipica) senza dimenticare lampade, caftani, borse, tende, cornici e cosi via dicendo! Insomma c’è veramente di tutto!
La cosa divertente di questo posto? Il dover contrattare con i mercanti! Sappiate che qui la contrattazione è d’obbligo e ogni mercante si aspetterà la vostra controproposta e se non lo farete ci rimarranno anche male! All’inizio vi sembrerà una cosa difficile ma poi vedrete che ci prenderete la mano e tutto risulterà più semplice! Sappiate che tendenzialmente loro raddoppiano il prezzo su ogni cosa, quindi vi basterà scendere della metà e il gioco è fatto!

Proseguendo per il Souk vi ritroverete sicuramente risucchiati dalla piazza più famosa della città: Jeema el Fna.
E’ una piazza pazzesca e statene certi che vi sembrerà di essere dentro un gigantesco televisore. Ogni angolo della piazza è un canale tv e vi basterà girare lo sguardo per fare zapping: musicisti, incantatori di serpenti, cocchieri, medicanti, tatuatori, giocolieri, cantastorie, cuochi, venditori ambulati, indovini…insomma c’è n’è per tutti i gusti!
Piazza Jamaa el Fna è stata inclusa tra i Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità dall’UNESCO.
Godetevela al tramonto, magari sorseggiando dell’ottimo tè marocchino da uno dei tanti caffè circostanti come “Le Grand Balcon Cafè Glacier”.

Non lontano da Djmaa el-Fna e immerso nei souk più caratteristici di Marrakech si trova il famoso Cafe des Epices, un locale a tre piani con una terrazza panoramica che affaccia direttamente sul souk. Oltre, ovviamente, al buon cibo c’è anche la possibilità di isolarsi per un pò dal continuo brusio della Medina. Ideale per concludere una giornata intensa.

GIORNO QUATTRO


Una delle tappe fondamentali della visita della città di Marrakech sono, senza dubbio, i famosi Jardin Majorelle. A quasi 30 minuti di taxi e fuori dalla Medina, sorge questo gigantesco complesso di giardini realizzati dall’artista francese Jacques Majorelle che, nel 1980, decise di cederlo al famoso stilista Yves Saint Laurant. La disposizione delle piante segue l’intento di realizzare un’opera pittorica naturale, con la giusta combinazioni di colori, luci e ombre. Delle 300 piante situate al suo interno, il cactus è quello più presente in questo immenso giardino.

Il consiglio che vi do è quello di andare presto, cosi da evitare la fastidiosa fila presente all’ingresso. I giardini aprono alle 8:00 ed hanno un costo di 70 dirham. Volendo c’è la possibilità di prenotare un biglietto unico dove è anche inclusa la visita al museo di Yves Saint Laurant.

Tornati nella medina ci concediamo un’ora di relax e ci fermiamo a pranzare in un posticino incantato propio adiacente al Palazzo Bahia: la famille.
Un localino poco vistoso e poco conosciuto ma che al suo interno nasconde un meraviglioso tesoro: un giardino pieno di alberi di limone. Qui è possibile provare specialità della cucina marocchina accompagnata da deliziosi cocktail. Mi raccomando tenetevi uno spazio per il dolce perchè qui tutto è fatto in casa!

Terminata l’esperienza culinaria ci dirigiamo verso il maestoso Palazzo el Bahia (8 ettari di estensione suddivisi in 150 stanze). Purtroppo l’abbiamo trovata un’opera molto controversa perchè dal punto di vista architettonico è un vero e proprio capolavoro dell’arte marocchina ma allo stesso tempo versa in uno stato di quasi degrado perchè se è vero che i giardini sono ben curati è anche vero che alcune sale sono abbandonate a se stesse, le fontane prive d’acqua e la pulizia non è proprio il massimo. C’è da dire però che quando si arriva al cortile d’onore lo spettacolo è assicurato. Il costo è di soli 10 dirham.

Proseguite la visita della città verso le Tombe Saadiane. Furono costruite per ospitare i membri della famiglia reale tra il XVI e il XVIII secolo. I giardini esterni simboleggiano il paradiso di Allah mentre il compresso è diviso in due mausolei: quello principale, appartenente ad Ahmed el-Mansour e alla sua famiglia (composto da tre camere funerarie) e quello secondario, dove sono sepolti i parenti minori.
Nel complesso anche le tombe rappresentano un manifestazione d’eccellenza dell’arte marocchina e, anche qui, i mosaici sono l’elemento principale. Armatevi di tanta pazienda perchè c’è sempre molta fila davanti al mausoleo principale. Costo del biglietto 10 dirham.

Tornati in centro, l’idea è quella di goderci ancora un pò questa città, giocando a perderci nel variopinto souk. Purtroppo però la nostra idea viene bruscamente interrotta da un fortissimo acquazzone che ci costringe a rientrare nel Riad.
Termina cosi la nostra esperienza in terra marocchina, ce ne andiamo con gli occhi ricolmi di bellezza, e salutiamo Marrakech con la promessa di rivederci presto!


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